Animali esotici domestici: vicini al divieto

Il numero di animali esotici nel nostro Paese è aumentato vertiginosamente, negli ultimi vent’anni. Dal 2015 a oggi, sono stati importati oltre un milione di rettili, quattro milioni di uccelli e circa quattrocentomila mammiferi, naturalmente esclusi dal contegggio gli animali importati illegalmente. Alcune specie esotiche, proprio a causa di questa alta richiesta mondiale, sono state portate all’estinzione, nei loro habitat naturali.

Ma ti sei mai fermato pensare alla loro vita? quando di fronte ad una teca o a un video su tiktok o Instagram hai detto “che carino, lo voglio!” ti sei chiesto come quell’animale sia arrivato lì?

Animali strappati alle loro zone naturali, stipati su navi, aerei e camion, in casse e gabbie, molto spesso in scarsissime condizioni igieniche e sanitarie, venduti come oggetti molto remunerativi all’altro capo del Pianeta e costretti a vivere una vita detentiva fino al loro ultimo giorno di esistenza. La mortalità poi, degli esemplari durante le catture ed il trasporto è altissima. Questo capita tutti i giorni e in ogni angolo del mondo.

La campagna #aCasaLoro di LAV

La campagna #aCasaLoro di LAV porta, anche attraverso un gioco, a scoprire dove questi animali dovrebbero vivere e vuole dar voce alla legge al vaglio in questo momento che impegna il Governo a vietare la vendita, l’importazione, la detenzione e la riproduzione di specie selvatiche ed esotiche.

Dopo mesi di battaglie, LAV è riuscita ad ottenere la legge di Delegazione EU (oggi legge n. 53 del 23/04/2021) che vieta la vendita, l’importazione, la detenzione e la riproduzione di specie selvatiche autoctone o alloctone nel nostro Paese.

Ma non basta, LAV lancia l’appello per chiedere al Governo entro l’8 maggio di attuare questa Legge e dire basta a questa crudele sofferenza. Nei weekend del 26/27 Marzo e 2/3 Aprile, i volontari daranno tutte le informazioni necessarie per sostenere la Campagna. Sul sito LAV la lista delle Piazze in Italia divise per Regione.

Le tartarughe dalle orecchie rosse: il caso esempio di detenzione

Un caso esemplare per spiegare l’assurdità di importanzione di specie esotiche, non può che essere quello dalle tartarughe d’acqua dolce “orecchie rosse” che per decenni, hanno riempito le case degli italiani.

Negli anni ’90 del secolo scorso, le tartarughine dalle orecchie rosse, le Trachemys scripta elegans, venivano vendute senza alcuna restrizione o controllo, addirittura regalate come premio ai bambini per fiere e sagre e proprio oggi, le loro cugine, le Trachemys dalle orecchie gialle, stanno seguendo lo stesso iter, come dire che la storia, non ci ha insegnato nulla.

photo credits instagram.com/stories/kia_eeev

Chiamate così a causa della presenza di due aree rosse sui lati appena sotto gli occhi, oggi le Trachemys scripta elegans sono state inserite nell’Allegato B del Regolamento CE 338/97 che prevede un mercato controllato in ambito della Comunità Europea.

Dal ’98 infatti, è stata vietata l’importazione e la vendita in territorio UE in quanto specie aliena invasiva, una volta abbandonata nei nostri laghi, fiumi e zone umide, non avendo competitori, costituisce pericolo e minaccia per la flora e la fauna, riproducendosi massivamente e distruggendo qualunque cosa si trovi davanti a sè.

Ogni anno, infatti moltissimi esemplari vengono lasciati nei parchi cittadini, nei corsi d’acqua o nelle campagne da parte di possessori che stanchi semplicemente se ne liberano e questa pratica così ancora troppo spesso sottovalutata, oltre che essere illegale, crea enormi squilibri agli ecosistemi naturali.
Lo Stato italiano aveva permesso una finestra di denuncia di possesso degli esemplari, pena una grossa multa ed il sequestro degli esemplari detenuti illegalmente, per tracciarne l’esistenza.

Quanto conosci le tartarughine della porta accanto?

Queste piccole tartarughine, che da giovani stanno nel palmo di una mano, da adulte raggiungono i 40 cm e i 2 kg di peso, presentano dimorfismo sessuale, le femmine sono più grandi dei maschi ed accrescono le loro dimensioni sostituendo con regolarità gli scuti. Vivono naturalmente nelle aree lungo il fiume Mississippi negli Stati Uniti, un ambiente molto diverso dal nostro, amano il sole e le anse tranquille, la ricchezza di vegetazione, le zone emerse, necessarie per loro ad esporsi al sole e fare “basking” ovvero riscaldarsi.

photo credits flickr.com/photos/alvarocolombo

Sono infatti animali eterotermi, più comunemente detti “a sangue freddo“, pertanto a differenza di noi mamiferi, per regolare la loro temperatura, hanno necessità di spostarsi in aree calde o fresche.

Per superare l’inverno freddo, approntano un letargo sul fondo fangoso, dove si interrano risvegliandosi in primavera.

Come mantenerle in cattività in buona salute


Se le possediamo, se conosci qualcuno che le detiene, accertati e ricordati di dar loro le condizioni di vita più possibili simili a quelle che troverebbero in natura. Sono animali e non giocattoli ed è nostra responsabilità averne cura.

Un laghetto in giardino: l’oasi per la tartaruga

Possono essere tenute in giardino, grazie ad un laghetto con minime dimensioni:

  • 3 metri di lunghezza
  • 2 metri di larghezza
  • profondità di almeno 1 metro.

Il fondale morbido grazie a fango o sabbia utile per il letargo. In tal senso, la superficie deve essere sempre libera dal ghiaccio. Vi devono essere presenti zone emerse, grazie a tronchi, sassi, radici e deve avere una riva morbida, utile alla deposizione delle uova che anche in caso di assenza di maschi, vengono prodotte dalle femmine anche se naturalmente non saranno fertili. La posizione deve essere soleggiata ma deve avere anche delle zone d’ombra.

Per la loro sicurezza, ricordando le loro grandi doti di fuga, scavano e si arrampicano, è bene che vi sia un recinto piuttosto alto e resistente, che si interra in una parte sottostante, per evitare che fuggano e che incorrano in morte certa.

Un terracquario in casa: la casa per la tartaruga

Se invece possediamo un esemplare ma non abbiamo un giardino, la scelta di mantenerla in casa, sarà obbligata. In questo caso, dovremo allestire un acquaterrario, le cui dimensioni non dovranno essere inferiori a:

  • 1 metro di lunghezza
  • 60 cm di larghezza
  • almeno 70cm di altezza

in modo che la tartaruga possa nuotare e muoversi liberamente.
Sarà poi necessario un filtro esterno a bidoncino, un riscaldatore che mantenga l’acqua attorno ai 25 gradi ed avere una zona emersa, con sassi lisci o tronchi che rappresentare 1/4 dell’area del terracquario. Quest’area, importantissima per la salute dell’animale, deve possedere 2 luci: una per fare basking ed una con emissione di UVB accessa per 12 ore. Queste luci simulano la luce solare essenziale per la vita della tartaruga.

Cibo e salute: alimentazione della tartaruga d’acqua dolce in cattività

La tartaruga dalle orecchie rosse è onnivora ma passa da prevalentemente carnivora da giovane, a prevalentemente vegetariana da adulta: ciò non toglie, che una dieta varia è preferibile in ogni fase d’età. Inoltre, la frequenza passa da quotidiana a bisettimanale a seconda delle fasi di vita.

Pesci d’acqua dolce, insetti, molluschi, piante acquatiche, piante sommerse sono la sua dieta naturale, in cattività dovrà essere fatta prevalentemente da:

  • pesci d’acqua dolce
  • insetti per rettili (come grilli, lombrichi, cavallette, camole della farina)
  • cibi vegetali (tarassaco, cicoria selvatica, rucola, radicchio, lenticchie d’acqua e piante acquatiche non velenose).

Il cibo in pellet non deve superare il 30% dell’alimentazione e i gamberetti essiccati, devono essere intesi come dei piccoli premi e non come la base della dieta.

La morale della storia: l’insegnamento della tartaruga dalle orecchie rosse

photo credits isoladeitesori.it

In fondo quindi ci si rende presto conto che, per prendersi cura di una piccola tartaruga, serve molto di più di una vaschetta di plastica con una palma in mezzo.

Quando decidiamo di adottare un animale, ricordiamo che si tratta di un individuo e non di un giocattolo. In aggiunta, come se non bastasse, quando si tratta di un animale esotico, le esigenze si moltiplicano e si complicano: la nostra casa non è il loro habitat e dobbiamo essere pronti sia coscientemente che economicamente, a farci carico di tutte le loro esigenze.

Li abbiamo costretti ad una vita in detenzione e questo, è davvero il minimo che possiamo dare loro.

Fonti

lav.it/esotici

tartaclubitalia.it

Carmela Kia Giambrone

Giornalista, consulente alla sostenibilità e alla comunicazione digitale

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