Cosa sono i PFAS e perché non scompaiono mai?

inquinamento acque mare

I PFAS (Per- and Poly-Fluorinated Alkylated Substances) anche conosciuti come “sostanze chimiche eterne” perché non si degradano facilmente. Questi composti si accumulano nel nostro corpo e nell’ambiente, diventando un problema globale. Li troviamo ovunque: dalle pentole antiaderenti ai cinturini degli smartwatch, passando per i rivestimenti idrorepellenti. Ma come siamo arrivati a questa situazione? E, soprattutto, chi ne paga il prezzo?

Quanto costa bonificare l’ambiente dai PFAS?

Il Forever Lobbying Project ha stimato che bonificare le acque e i terreni contaminati dai PFAS in Europa costerà 2.000 miliardi di euro nei prossimi 20 anni, ovvero circa 100 miliardi all’anno. Un costo enorme, che potrebbe aumentare se Bruxelles non riuscisse a vietare completamente la vendita di prodotti contenenti PFAS. Senza regolamentazioni severe, i danni continueranno ad accumularsi, e il conto sarà ancora più salato. E qui sorge la domanda cruciale: chi pagherà questo prezzo? Le aziende che hanno inquinato o i cittadini attraverso le tasse?

Le lobby produttive e i trucchi per creare confusione

Dietro alla lentezza delle normative contro i PFAS si nasconde un sistema ben organizzato di disinformazione. Le aziende chimiche utilizzano tattiche affinate negli anni, chiamate dai ricercatori“mercanti di dubbi”. Questi gruppi non negano del tutto i rischi, ma creano incertezza per rallentare le decisioni politiche e dissuadere l’opinione pubblica. È lo stesso metodo usato in passato per difendere il tabacco e i combustibili fossili. Il risultato? Normative ritardate e cittadini sempre più confusi.

La battaglia dell’Europa per mettere al bando i PFAS

Nel febbraio 2023, Danimarca, Germania, Norvegia, Olanda e Svezia hanno presentato all’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche (ECHA) una proposta per vietare i PFAS. La loro priorità era proteggere la salute dei cittadini e fermare i danni ambientali. Questa iniziativa, però, ha scatenato una reazione feroce da parte delle lobby, che stanno facendo di tutto per proteggere i propri profitti. Nella cartina la mappa dei Pfas pubblicata da Arpa. Come cittadini, dobbiamo chiederci: quanto siamo disposti a sacrificare il bene del Pianeta e della nostra salute?

Il ruolo di DuPont: inquinamento e cause legali

DuPont, colosso chimico con decenni di innovazioni industriali, è stato coinvolto in numerosi scandali ambientali, uno dei più noti legati al C8 (perfluorottanoato di sodio), una sostanza utilizzata nel processo di produzione di Teflon. Il C8, altamente tossico, ha contaminato l’acqua di centinaia di migliaia di persone negli Stati Uniti, causando malformazioni, malattie e gravi danni alla salute. Questo caso legale, noto come “il caso dei PFOA”, ha messo in evidenza l’incapacità di DuPont di prevenire l’inquinamento, nonostante fosse consapevole dei rischi legati ai suoi prodotti.

L’azienda è stata costretta a risarcire milioni di dollari alle vittime e a intraprendere misure per ridurre l’emissione di sostanze chimiche pericolose.

3 Libri consigliati e 1 film

Se vuoi approfondire l’argomento e informarti in modo critico, ecco tre letture utili e un film:

  1. “Silent Spring” di Rachel Carson
    Un libro che ha cambiato la percezione del rapporto tra uomo e ambiente, evidenziando i rischi delle sostanze chimiche.
  2. “Merchants of Doubt” di Naomi Oreskes e Erik M. Conway
    Spiega come le industrie manipolano la scienza per proteggere i propri interessi economici, un parallelo perfetto con la questione PFAS.
  3. “Storie del Clima” di Luca Mercalli
    Un testo chiaro e accessibile per comprendere i cambiamenti climatici e il loro impatto su di noi.
  4. Dark waters -cattive acque di Todd Haynes del 2020

Fonti

Carmela Kia Giambrone

Giornalista, consulente alla sostenibilità e alla comunicazione digitale

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