Coca‑Cola come ci raccontano gli annali, è stata inventata nel 1886 da John Styth Pemberton, un farmacista di Atlanta, in Georgia. All’epoca era un vero e proprio farmaco oggi invece è tutt’altro, è la bevanda più conosciuta e consumata in tutto il mondo. Ma cosa si nasconde dientro a questa piccola bottiglia dalla silhouette accattivante e dal gusto zuccherino?
In un’epoca in cui la consapevolezza ambientale cresce, il gigante delle bevande Coca-Cola continua a essere al centro di controversie riguardanti il suo impatto sul pianeta e sulle comunità. Perché un prodotto apparentemente innocuo lascia una scia così profondamente negativa?
Un modello di produzione insostenibile
Secondo un rapporto del 2021 di Break Free From Plastic, Coca-Cola è stata eletta per il quarto anno consecutivo come il più grande inquinatore al mondo di plastica. Con miliardi di bottiglie prodotte annualmente, il 99% delle quali deriva da combustibili fossili, la produzione di plastica contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra. Un altro studio, del 2019, pubblicato su Science Advances ha evidenziato come il 79% della plastica prodotta a livello globale non venga riciclata. La dipendenza di Coca-Cola dalla plastica monouso alimenta così l’inquinamento marino e terrestre, minacciando ecosistemi fragili e la biodiversità.
Le risorse idriche: tra water grubbing e crisi per le comunità locali
La produzione di una singola bottiglia di Coca-Cola richiede circa 3 litri d’acqua, un dato che solleva gravi preoccupazioni nei paesi già colpiti da scarsità idrica. In India, ad esempio, la multinazionale è stata accusata di prosciugare le falde acquifere per alimentare i propri stabilimenti. Secondo il Center for Science and Environment, lo stabilimento di Plachimada, nello stato del Kerala, ha esaurito le risorse idriche locali, costringendo migliaia di agricoltori ad abbandonare le proprie terre.
In Colombia, Coca-Cola è stata al centro di critiche per il suo impatto sulle risorse idriche nella regione di Bogotá e in altre aree. Rapporti di organizzazioni locali e internazionali indicano che la compagnia ha sfruttato in modo intensivo le fonti d’acqua locali per sostenere la produzione, riducendo l’accesso all’acqua potabile per le comunità vicine facendo vero e proprio water grabbing. In alcune aree rurali, come quelle vicino agli stabilimenti di imbottigliamento, l’estrazione eccessiva ha contribuito a ridurre la disponibilità di acqua per l’agricoltura e il consumo domestico, aggravando le disuguaglianze sociali e alimentando conflitti locali.
In Africa, Coca-Cola ha esteso il proprio mercato in numerosi paesi, ma spesso a discapito delle comunità locali. In regioni come il Ghana e il Kenya, l’estrazione intensiva di acqua per alimentare gli stabilimenti ha ulteriormente aggravato la scarsità idrica in aree già vulnerabili. Un rapporto del World Resources Institute evidenzia che, in molti casi, le comunità locali faticano a trovare acqua potabile mentre le multinazionali come Coca-Cola continuano a utilizzare risorse idriche preziose per la produzione di bevande. Questi squilibri accentuano la povertà e minano la sostenibilità delle risorse naturali, con impatti a lungo termine sull’agricoltura e sulla salute delle popolazioni.
Un rapporto della Columbia Water Center sottolinea come la gestione irresponsabile dell’acqua da parte di Coca-Cola abbia alimentato conflitti idrici in Africa e America Latina, contribuendo a disuguaglianze sociali.
Diritti dei lavoratori e salute pubblica
Le accuse di violazioni dei diritti umani non sono nuove per Coca-Cola. Un’inchiesta condotta da Human Rights Watch nel 2004 ha documentato violenze contro i sindacalisti nelle fabbriche colombiane, con accuse di intimidazioni, minacce di morte e omicidi. Nonostante le smentite ufficiali, queste denunce continuano a gettare un’ombra sul colosso. Sul fronte della salute le cose non vanno di certo meglio, il consumo eccessivo di bevande zuccherate è associato a obesità, diabete di tipo 2 e altre malattie croniche. Secondo uno studio del 2019 pubblicato su The Lancet, l’alto consumo di zuccheri aggiunti è una delle principali cause di mortalità prematura nel mondo, con Coca-Cola tra i principali responsabili della diffusione di queste abitudini alimentari nocive.
Verso un cambiamento necessario
Nonostante le numerose critiche, Coca-Cola dal punto di vista ambiantale ha annunciato iniziative come “World Without Waste”, impegnandosi a riciclare una bottiglia per ogni bottiglia venduta entro il 2030. Se questo sia greenwashing certo lo scopriremo con il tempo, tuttavia, gli esperti sottolineano che queste misure a oggi sono insufficienti senza una riduzione significativa della plastica monouso. La storia centenaria di Coca-Cola ci ricorda che il cambiamento è possibile solo con la consapevolezza e l’azione collettiva. Spetta a noi scegliere responsabilmente e promuovere modelli di consumo più sostenibili.
3 libri utili
Per chi desidera esplorare ulteriormente, ecco tre libri utili:
- Naomi Klein “No Logo: Taking Aim at the Brand Bullies” esplora l’impatto delle grandi multinazionali sulla società, l’ambiente e i diritti dei lavoratori.
- “Coca-Cola: A History in Pop Culture” di Mark Pendergrast, un’analisi critica dell’impatto culturale e sociale dell’azienda.
- “The Bottled Water Industry: A Global Environmental Perspective” di Philip Andrews, che esamina la sostenibilità delle industrie delle bevande confezionate.
- “Plastic Free: Vivere senza plastica” di Chiara Spadaro, una guida pratica per ridurre l’uso della plastica nella vita quotidiana.
- “Belching Out the Devil: Global Adventures with Coca-Cola” di Mark Thomas
analizza le pratiche aziendali di Coca-Cola in tutto il mondo, dalle violazioni dei diritti umani alle questioni ambientali. Un viaggio investigativo che svela il lato oscuro della multinazionale. - “When Corporations Rule the World” di David C. Korten
Un’analisi delle dinamiche delle multinazionali, esplorando come il loro potere influisce sulle economie locali e globali, incluse le devastazioni ambientali e sociali. - “Imprese irresponsabili: La verità sulle multinazionali e il nostro futuro” di Andrea Di Stefano – una guida critica che illustra come le grandi imprese globali abbiano spesso messo il profitto sopra il benessere umano e ambientale. Include casi pratici di varie multinazionali, tra cui Coca-Cola.
Fonti
- Rapporto Break Free From Plastic 2021
- Articolo di Science Advances sulla plastica
- Human Rights Watch su Coca-Cola in Colombia
- Columbia Water Center sulle crisi idriche
- Report “Dio-Coca-Cola” del 3 aprile 2017 di Claudia Di Pasquale