Giulio, dall’altro capo della cornetta, una mattina, mi racconta come è iniziata la sua avventura. Lui che ha creato il progetto Uovo Perfetto e ora lo gestisce a Cutrofiano, nel Salento, assieme a sua moglie. Un’ avventura sognatrice la loro e certamente controccorrente, in un mondo dove la produzione sovrasta molto spesso quegli altri aspetti “minori”, come il benessere animale e la conservazione della biodiversità.
Giulio Apollonio e sua moglie, hanno creato Uovo Perfetto nel settembre 2017, startapp che si è concretizzata nei primi mesi del 2018. Uova vere, da galline vere, felici, libere, al pascolo che hanno rivoluzionato il mondo delle uova e che hanno insegnato e che insegnano quotidinamente, moltissimo, tanto sull’uomo, quanto sugli animali.
La loro idea nasce dal fascino che da sempre hanno rappresentato gli animali, unito all’esperienza professionale nella loro attività di catering, dove spesso, si sono lasciati incuriosire dal retro dell’etichetta di uova cosidette “Top di gamma“, fino ad interrogarsi su cosa queste uova avessero di tanto speciale.
Dopo un viaggio esplorativo, Giulio scopre che l’allevamento delle tanto decantate uova d’alta qualità, in realtà non era esattamente ciò che veniva raccontato e da lì, il desiderio di approfondire, ha fatto il resto.
Giulo ha scoperto velocemente, un mondo fatto di molte certificazioni e immagini perfette, ma che nella realtà, si trova ben lontano da quelle rappresentazioni che sceglie per commercializzarsi; ha scoperto che per un uovo, avere la dicitura “all’aperto”, non sempre significa realmente che la gallina che lo ha prodotto vede la luce del sole; ha scoperto, che nel biologico, disciplinare che agli occhi dei consumatori rappresenta l’etica per eccellenza, una gallina vede la luce del sole per 1/3 della sua vita e che invece, per i 2/3, questa stessa gallina, vive semplicemente in un capannone.
Giulio ha così in fretta capito che, come consumatore, doveva scordarsi l’immagine del prato e della gallina felice, perchè la realtà era sempre più spesso distante.
Come consumatori tutti noi siamo abbagliati costantemnte dai lustrini e dalle belle diciture, che campeggiano sulle confezioni degli alimenti che scegliamo di mettere nel carrello, ma non appena la nostra soglia di attenzione si alza, facendoci un poco più attenti, la prima reazione può essere quella di delusione e senso di raggiro e questo, ben presto ci conduce al rifiuto di fiducia nei confronti di chi produce. Da questo giro di emozioni negative e contrastanti, alle volte però, può nascere qualcosa di positivo, è il caso del progetto Uovo Perfetto.
Che cos’è l’Uovo Perfetto: la parola a Giulio Apollonio
Un’intervista sincera e chiara, un tu per tu con Giulio il creatore di Uovo Perfetto, parlando di benessere animale, etica, normative, salute e di come trasformare i sogni in realtà.
Kia: “Perchè non vengono allevate galline all’aperto? è solo una quetione di costi?”
Giulio: “no, non lo è, purtroppo più del costo, la ragione è dovuta all’industrializzazione della produzione di un alimento che messo nelle mani di elementi variabili come le condizioni batteriologiche o metereologiche o stagionali, non le rende adatte. Caratteristiche di variabilità per la grande distribuzione o per il cosumatore di massa non vanno bene, perchè il consumatore vuole le uova durante tutto l’anno. In natura invece, tra gennaio e dicembre, le uova sono inferiori di 1/4 del resto della stagione, come pure in agosto. Non bisogna dimenticare che l’uovo è molto suscescettibile alla stagionalità, non è quindi solo una questione di costi ma anche di imprevidibilità che non può essere permessa. Mettersi nelle mani della natura è un fattore di rischio, così i produttori, hanno creato degli animali che hanno ben poco della gallina, degli animali che da selezioni genetiche estremamente spinte, sono in grado di produrre uova tutti i giorni per più di 1 anno, pirima di sfinirsi ed essere obbligate a fermarsi. Fanno tutto questo mangiando pochissimo e quindi rimanendo leggere, perchè l’imprenditore, ricordiamo, vuole che il cibo si traduca in uova e nient’altro. In effetti parliamo di animali a cui di fatto vengono annientati tutti gli istinti, in un allevamento una gallina che cova non va bene, ogni nido deve essere coperto da 120 galline e più.”
Kia: “Tu ritieni che la legge (anche per il biologico) abbia necessità di un rinnovamento per avvicinarsi al benessere animale?“
Giulio: “Dobbiamo sempre ricordare che il biologico non è legge, ma un disciplinare e che la legge dice che esistono 3 categorie (+1 dedicata al biologico) con dei disciplinari propri e delle normative: in gabbia, a terra (in capannone), all’aperto (le quali dovrebbero avere una parte all’aperto disponibile) più categoria 0 per il biologico. Ma non esiste normativa in merito alle uova libere, alle galline al pascolo come quelle che producono Uovo Perfetto. Quando il servizio sanitario fa le visite da noi, deve procedere per deroghe, dato che da noi il pavimento non è lavabile (è terra!) e le pareti non sono lavabili (non ci sono pareti!) Per quanro rigurda il biologico, dobbiamo considerare che il disciplinare per le galline ovaiole è nato più di vent’anni fa e ha subito solo restyling di ciò che era stato fatto anni prima quando la sensibilità della gente era ferma all’allevamento delle galline nelle gabbie. Quindi per 20 anni fa, quel genere di disciplinare era certamente innovativo, oggi invece, la cultura e la sensibilità è molto diversa, ecco perchè il biologico, se venisse studiato da un consumatore attento, risulterebbe ben peggiore di quel che appare ad un primo sguardo. E poi non dimentichiamo che il biologico è destinato alla massa, certo a quella massa che è disposta a spendere un poco di più se confrontato all’allevamento classico ma da qui ad arrivare all’allevamento libere dell’uovo perfetto andrebbe aggiunta una categoria! Noi siamo una nicchia estrema e non potremmo mai dare abbastanza uova a tutti, dovremmo riempire il Salento di galline per sfamare l’Europa! “
Kia: “quanto è stato complicata la gestione del progetto visto che avete creato un mercato ex novo? e come avete concretizzato l’idea?”
Giulio: “l’idea è stata studiata in modo molto banale: abbiamo pensato, mettiamo le galline all’aperto e poi quando mettevamo in atto ogni punto del piano, sorgevano mille domande.
Poi non c’era una norma e nemmeno didattica.
Le casette che si vedono nelle foto, sono la terza generazione di casette perchè dopo prove ed errori, la didattica la stiamo scrivendo, passo dopo passo.
Nelle persone dell’Asl abbiamo trovato positività ed apertura, hanno voluto osare anche loro e grazie ai veterinari che ci hanno aiutato e consigliato abbiamo ad esempio iniziato il progetto con galline adulte perchè quelle più giovani sarebbero state molto delicate per l’allevamento libero che aveamo in mente.”
Kia: “Come avete avuto l’idea di dare una nuova vita alle galline destinate ai macelli?”
Giulio: “Abbiamo pensato di dare una nuova vita agli animali che erano destinati al macello, detti gergalmente “a fine carriera” grazie al suggerimento dei veterinari di scegliere galline adulte.
Queste galline, di soli 14-18 mesi sono animali che possono ancora produrre uova ma dato che una gallina nella sua vita può produrre circa 4000 uova ed in un allevamento una gallina comincia a fare le uova a 4 mesi, naturalmente dopo che viene sfruttata per 18 mesi ha bisogno di una pausa e la natura la manda in muta ma all’industria non conviene e quindi piuttosto che aspettare il tempo della muta la manda al macello.
Inoltre le uova che produrebbe dopo la muta sarebbero più grandi e questo genere di uova non ha mercato, altra ragione per decidere per il macello.
Ulteriore ragione: i vaccini, sulle galline più “anziane” questi hanno meno effetto.”
Kia: “Come l’hanno presa gli allevatori quando hanno saputo del vostro progetto?”
Giulio: “…ovviamente con scherno, era impensabile tenersi una gallina dopo la muta e invece gli stiamo dimostrando che non è così, naturalmente con un modo tutto nuovo di intendere l’allevamento e quindi il commercio di uova.”
Kia: “Come reagivano le galline da prima a dopo in un nuovo ambienete naturale, cosa avete notato?”
Giulio: “Abbiamo avuto il piacere di scoprire moltissime situazioni diverse: il bello è che quando andavamo a prendere le galline da allevamenti intensivi, c’erano anche tanti maschi.Perchè l’operatore deputato alla ricerca di maschi, ha un margine d’errore, quindi 1 animale ogni 100 hai un maschio e poi diventa un gallo adulto e mettendolo nel parco crea un suo harem e delle piccole comunità, definendo una sua area.
photo credits instagram.com/uovoperfetto
Naturalmente il gallo ha un’influenza molto positiva sulla comunità, che fa senitre al sicuro le galline, è lui che le mette in allerta, la gallina sembra un animale stupido ma in una comunità invece dà il massimo di sè. Noi abbiamo una rete alta 1 metro e mezzo e le galline volano e noi abbiamo 2-3 galline che entrano ed escono tranne una che va a dormire su un albero perchè vuole fare le uova fuori, le galline non vogliono uscire anche se potrebbero!”
photo credits instagram.com/uovoperfetto
Kia: “Quindi le difficoltà incontrare sono tutte umane, perchè gli animali, hanno rsposto bene?”
Giulio: “Il problema che abbiamo riscontrato è che dopo 7-8 mesi alle galline veniva meno la copertura vaccinale fatte perchè l’agricoltura e l’allevamento industrializzato provoca azzermaneto di biodiversità genetica e sopperisce con vaccini ed antibiotici, cercando di controllare tutto ma ad un certo punto, i vaccini iniziano a venire meno se non vengono richiamati.
Abbiamo scoperto che ormai queste galline sono immnodepresse, l’uomo ha pochissime galline a disposizione che sono allevate per scopi ornamentali che noi stiamo cercando di fare accoppiare per introdurre la variabilità genetica utile alla resistenza e quando abbiamo iniziato a recuperare queste galline antiche, abbiamo scoperto che c’è un grande interesse da parte dell’Università come quella di Bari, con il Prof. Antonio Camarda, professore di patologia aviaria. Se un domani qualcuno vorrà ricreare questo progetto su larga scala, avrà bisgono di galline con genetica variabile e non di galline immunodepresse e variabilità genetica pari a zero.”
Kia “infatti in questo momento di grande attenzione all’antibiotico resistenza, sappiamo tutti che questa non è circoscritta ad una sola specie…”
Giulio: “L’allevamento, quanto più è intensivo, tanto più ha bisogno di antibiotici, è ovvio sia così. Noi quindi desideriamo fare riprodurre galline con genetica più antica e più si va avanti con le generazioni più si perde l’antibiotico resistenza.
Quando le galline attuali saranno interessate da una situazione di malattia improvvisa diffusa, l’uovo non sarà più così a buon mercato e anche la sua interpretazione cambierà e finalmente si darà valore alla biodiversità e al benessere animale.”
photo credits instagram.com/uovoperfetto
Kia: “Il vostro lavoro va quindi oltre al benessere dell’animale correlato al commercio di uova?”
Giulio: “Uovo Perfetto è un progetto innovitavito non solo dal punto di vista commerciale, lo usaimo solo per finanziarci, sarebbe banale pensare che le galline allevate nei capannone possano stare lì per sempre, non accadrà.”
Kia: “Il futuro di uovo perfetto dove va adesso?”
Giulio: “Sicuramente continueremo a fare quello che facciamo ma in parallelo conntinueremo recuperando una variabilità genetica naturale, allevandole come natura vuole, recuperando la biodiversità che l’industria ha distrutto.
Il clima del salento ha facilitato tutto perchè la produzione delle uova è molto influenzato dal clima: il luogo influisce moltissimo!”
Kia: “Come hanno reagito i consumatori e perchè la scelta di inserirle su Amazon?”
Giulio: “Abbiamo deciso di inseerirle solo per allrgare i confini e per farle conoscere a tutti ma
preferiamo avere i Gas a cui spedirle settimanalmente perchè quando si parla di uova, non è possibile averne 200 una volta (come alle volta capita ci chiedano!) ma una piccola vendita costante, perchè le galline producono poche uova e in modo regolare. Se quindi dei piccoli consumatori volessero unirsi e agire come un gas sono i clienti perfetti di uovo perfetto.”
Kia: “e le galline come vivono al pascolo?”
Giulio: “Le galline stanno in gruppetti di 200 insieme e a costo di rimanere in comunità, rimangonoanche se nella casetta non c’è posto. Abbiamo capito che dovremo fare dei lavori di allargamento!”
Giulio e sua moglie dimostrano con il loro Uovo Perfetto, che non è necessario obbligatoriamente essere vegan per fare scelte critiche, sostenibili, etiche e soprattutto consapevoli.
È un percorso che ciascuno intraprende ma è importante scollarsi di dosso le etichette e vivere la propria quotidianità consapevolmente: bisogna sempre usare il cervello e non farsi definire rimanendo imbrigliati da concetti che magari non si conoscono.
Dal canto mio, da vegan, trovo molto più ragionevole mangiare un uovo allevato da galline felici al pascolo come Uovo Perfetto, piuttosto che credere di essere etici ma scegliere cibi provenienti dall’altro capo del Pianeta. È una questione di punti di vista, naturalmente.
Progetti come Uovo perfetto però, sono importanti per il cambiamento delle idee del mondo, un cambiamento, un’evoluzione della mentalità legata alla filiera alimentare, che deve essere trasversale e che deve colpire tutti, andando anche un po’ oltre alle solite definizione che spesso vengono date come pietre miliari ma che come Giulio ci ha dimostrato, alle volte non lo sono.
Al termine della nostra telefonata, Giulio prima di salutarmi mi dice “…recuperare galline che ancora fanno uova ci è venuto spontaneo, io e mia moglie non siamo vegani ma non c’è ragione di uccidere migliaia di animali solo perchè per un mese un animale non fa uova. “
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