photo credits vinyessonalegre.com
Non fare assolutamente nulla è la massima forma di agricoltura. Nessuna preparazione del terreno, nessun diserbo, nessun utilizzo di fertilizzanti chimici o pesticidi. La pratica dell’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka si fonda esattamente su questo. Fukuoka soleva dire: “…la mia agricoltura? riguarda più il come crearsi del tempo libero più che il come fare questo o quello, bensì proprio su come non far niente, è questo ciò che conta nella mia agricoltura naturale!”
Chi era Masanobu Fuokuoka e perchè fu un vero rivoluzionario
Masanobu Fukuoka nacque nel 1912 a lyo, nella prefettura giapponese di Ehime, da una prestigiosa famiglia. Suo padre, infatti, fu sindaco della stessa città ed il giovane Masanobu, ebbe così la possibilità di studiare; in particolare, si occupò di patologia botanica in quella che ora è l’Università di Gifu, sull’isola di Honshū.
Dopo la laurea, Fukuoka, lavorò come ufficiale nel porto di Yokohama e si specializzò nella ricerca di malattie che riguardavano le piante di Citrus reticulata, meglio conosciute come piante di mandarini. A 25 anni però, la sua vita cambiò per sempre: si ammalò gravemente e rimase a lungo in condizioni critiche. Questa esperienza, cambiò la sua comprensione del mondo, come pure il corso della sua stessa esistenza: “L’intelligenza degli essere umani è inutile, questo è ciò che ho capito”, è così che accolse il nuovo capitolo della sua vita.
Si dedicò completamente alla cosidetta agricoltura naturale: “essere un agricoltore è tutto ciò che ha fatto“. Dopo aver abbandonato la sua carriera, infatti, ritornò nella sua città natale ed iniziò a sperimentare l’agricoltura naturale: “…potrei dire che ho sempre cercato di dimostrare che tutta la conoscenza scientifica in campo agricolo sia di fatto inutile … in fondo, per coltivare il riso, io stesso non faccio niente ma cresce comunque… più facciamo, più ci si allontanana dalla natura e più tutto diventa difficile da controllare.”
Il suo metodo per coltivare il riso, era completamente anticonvenzionale: Fukuoka infatti, soleva seminare direttamente in campo senza far uso di trapianti o semenzaio, non usava fertilizzanti chimici, non usava pesticidi, semplicemente, spargeva un po’ di paglia sul del terreno in modo che funzionasse come fertilizzante ed al contempo riducesse la crescita delle erbe spontanee e dei patogeni, proteggendo il terreno e le radici. Un’ulteriore scelta che egli praticava, anch’essa particolare, fu quella di seminare grano assieme al riso già in fase di crescita: “…quando raccolgo il riso, il grano è cresciuto così, dopo averlo raccolto nello spazio lascaito dal riso, il grano non permettere la crescita delle piante spontanee”.
Questo metodo di coltivare la terra, da molti considerato eccentrico, riusciva però a dare risultati simili a quelli degli altri metodi che venivano impiegati tradizionalmente, tanto che catturò l’attenzione di molti agricoltori in tutto il mondo: nel 1975, Fukuoka, scrisse uno dei libri su cui ancora oggi si fonda il metodo di agricoltura naturale “La rivoluzione del filo di paglia”, libro che a oggi è stato tradotto in moltissime lingue e che dal momento della sua pubblicazione, diede il via a numerosi progetti, come quello di Emilia Hazelip in Europa alcuni anni dopo o quello di Permacoltura di Bill Mollison. In fondo, la vera forza di questo metodo, è sempre stata la semplicità e la sua flessibilità, tanto che oggi sappiamo che è possibile applicarlo anche in una semplice coltivazione di orto di città.
Il nome di Fukuoka divenne così molto noto, molti giovani si riunirono, vivendo come una comunità assieme a lui, così da imparare i metodi di agricoltura naturale; a tal proposito Fukuoka diceva “chi viene da me di solito viene dalla città, questi ragazzi usano i computer, l’elettricità, guidano auto e tutti loro provengono da esperienze non agricole, semplicemente disillusi dalla vita e con il desiderio di distaccarsi dalla cultura urbana.” Altro caposaldo della sua agricoltura era certamente rappresentato dalle seed balls o bombe di semi.
Le seed balls ed il teorema dell’adattamento
Le seed balls erano una vera e propria raccolta di tutti i suoi metodi di coltivazione naturali: per realizzarle, egli mescolava diversi tipi di semi, un po’ di argilla, dell’acqua e così le impastava tra le mani. Naturalmente per la realizzazione non venivano scelti solo semi di orticole ma anche semi di piante usate per il sovescio o semi di erbe medicinali o di fiori.
Fukuoka era solito lanciare queste bombe di semi in ogni terreno che desiderava coltivare, seminando praticamente di tutto in questo modo: “alcun uccello nè alcun roditore può mangiarli e dopo la pioggia, germoglieranno e metteranno radici, …quando semini sparpagliando le seed balls non è necessario preparare la terra, di tutti tipi diversi di semi nelle seed balls, sono quelli che si adattano al luogo e al clima cresceranno bene senza alcun aiuto da parte degli uomini, basta piantare una varietà a caso e aspettare che la natura ti dica ciò che e meglio” soleva dire Fukuoka.
Anche le seed balls attirarono l’attenzione del mondo, in particolare in Asia e Africa, luoghi che da sempre soffrono di scarsità di cibo e di desertificazione. Fukuoka fu così invitato e condusse seminari, insegnando come coltivare una terra sterile e carente d’acqua e permettendo così una produzione di cibo là dove non era mai stato possibile: “…ho praticamente praticato l’agricoltura naturale per oltre 40 anni e potrei dire che il mio lavoro è stato la ricerca di modi per evitare la desertificazione, una grande motivazione era il desiderio di andare a vedere se il mio metodo di coltivazione naturale fosse utile o meno in regioni desertiche.”
Masanobu Fukuoka visse in maniera autosufficiente nella sua tenuta agricola per tutta la sua vita. La sua convinzione, ovvero che la natura prevale sempre sull’uomo, rimase immutata fino alla sua morte, che giunse all’età di 95 anni.
Il suo libro, “La rivoluzione del filo di paglia”, è ancora oggi una vera stella polare che indica la via a chiunque sia desideroso di intraprendere il viaggio nell’agricoltura naturale: “L’obiettivo ultimo dell’agricoltura non è la coltivazione delle colture, ma la coltivazione e la perfezione degli esseri umani”.
E tu, conoscevi questa grande uomo e la sua rivoluzione?