Come ti avevo già raccontato nella prima parte dell’articolo, il Sana di Bologna, Fiera del mondo del biologico arrivata alla trentunesima edizione, rappresenta un appuntamento davvero da non perdere. Anche quest’anno, ero presente ed ho intervistato alcuni dei protagonisti del mondo del biologico: aziende tutte da scoprire e da supportare per scelte coraggiose ed etiche in un mondo dove, spesso, economia ed etica faticano ad andare d’accordo.
Le aziende che ho scelto coprono i 3 temi principali presenti in fiera, ovvero food, care and beauty e green lifestyle. Curioso? Vieni con me in questo viaggio alla scoperta del consumo critico e delle scelte consapevoli ricordando sempre quanto potere ciascuno di noi, come consumatore, possiede e può mettere in pratica ogni giorno scegliendo bene e consapevolmente.
A tu per tu con Sonnentor: spezie e tisane dal cuore verde
Scegliere chi intervistare in un mondo vasto come quello del Sana, è un’impresa a dir poco ardua. Sono partita allora dal più grande motore di idee, quelle belle s’intende, ovvero la passione. Mi sono chiesta allora chi, secondo me, rappresentasse al meglio questa caratteristica che solitamente, contraddistingue il “far bene“, dal far (solo) per guadagnare.
Molte sono state le aziende che ho incontrato, la prima di questa lunga serie è stata l’austriaca Sonnentor. Io amo i loro prodotti da sempre e sono una cliente affezionata, questo significa che apprezzo i loro prodotti ma riguardo l’azienda? quanto ne sapevo? ho colto al volo l’opportunità per saperne di più!
La voce di Diana Paul, Dia, dallo stand Sonnentor, ha dato respiro alle storie ed alle scelte, nascoste dietro a prodotti che troviamo sugli scaffali delle botteghe bio o sulle pagine degli web shop. Ecco quindi il mio racconto dai protagonisti dal Sana 2019.
Sonnentor: la passione per le erbe che dura da oltre 30 anni
<figure>Photo credits Carmela Giambrone</figure>
Sonnentor è un’azienda che è cresciuta nel tempo. È così che Dia, una dolce ragazza austriaca che mi accoglie con un perfetto italiano allo stand Sonnentor del Sana, la descrive.
L’azienda infatti, mi racconta, nasce nel lontano 1988 dopo che, quello che sarebbe divenuto il suo fondatore, Johannes Gutmann, a soli 23 anni, perde il lavoro. Come spesso accade, insomma, da una situazione apparentemente sfavorevole, nascono le migliori idee e i più proficui progetti.
La regione nella quale viveva Johannes, il WaldViertel, ovvero “la regione della foresta“, in Austria, era dedita principalmente all’agricoltura, cosa che la stessa Dia mi conferma essere anche oggi benchè, con rammarico, mi conferma come il climate change stia creando anche lì, non pochi problemi come del resto in tutto il Pianeta.
Ma torniamo al ragazzo di 23 anni con il suo sogno: lui, cresciuto con la passione per la natura e per le erbe, che desiderava da sempre guadagnarsi da vivere con un’attività che fosse strettamente connessa alla natura ed ai suoi cicli, un giorno decide che vuole approfondire queste sue conoscenze, tramandate dalla sua stessa famiglia, e nel contempo dedicarsi al commercio ma basato su una coltivazione naturale e biologica. Come facilmente possiamo immaginare, nel 1988, non era certo impresa facile, tanto che confessa Dia, Johannes fu quasi dichiarato pazzo dall’intero paese per questo suo intento. Iniziò così la sua ricerca, andando di agricoltore in agricoltore, per chiedere loro la possibilità di far crescere nei loro terreni le piante che desiderava produrre e come spesso accade ai sognatori, i primi che interpellò, gli dissero senza troppi giri di parole, che non erano interessati a far crescere erbacce nei loro terreni preferendo invece coltivazioni più proficue. Ma lui non si abbattè. Continuò incessante la sua ricerca fino a quando, un bel giorno, come spesso accade nelle storie più interessanti, lungo il suo cammino, Johannes trovò 3 agricoltori, i primi tre che gli diedero fiducia e che ancora oggi lavorano per Sonnentor: Helga, Maria e Kurt. <figure>Photo credits Carmela Giambrone</figure>
Locale, diretto e collaborativo: il mondo delle erbe di Sonnentor
Oggi Sonnentor ha 300 agricoltori solo in Austria, che forniscono direttamente erbe e spezie. L’azienda coltiva sia in Austria che collabora in tutto il mondo per l’approvvigionamnento di prodotti non locali come come curcuma, caffè o tè, portando avanti progetti di lavoro e supporto diretto delle popolazioni locali.
Un esempio è il caffè, proveniente dal Nicaragua, per cui l’azienda lavora assieme alle persone, aiutandole localmente. Dia mi racconta che preferiscono non affidarsi alla certificazione Fair Trade, preferendo invece il contatto diretto e le relazioni one-to-one con i loro stessi produttori. <figure>Photo credits Carmela Giambrone</figure>
“Adesso -mi racconta- ci sono molte sfide a causa del cambiamento climatico. Per esempio, alcune erbe hanno bisogno di molta acqua e se non piove è un vero disastro, così è bellissimo vedere che gli agricoltori fanno rete comune, mettendo in compartecipazione saperi e conoscenze”.
Mi racconta che 2 mesi fa, in occasione di un incontro tra gli agricoltori, alcuni fornitori provenienti della Sicilia hanno istruito gli agricoltori austriaci, che si trovavano per la prima volta in difficoltà a causa della siccità anomala che stavano accusando dovuta al climate change e così, in fretta, ci si è resi conto che uniti si è più forti.
Basandosi sempre sul concetto di unità e solidarietà, Sonnentor ha creato un fondo al quale ogni agricoltore partecipa mensilmente e che gli permette, nel caso di fermi di produzione (come a causa di contaminazione da pesticidi causata da percolamento da terreni limitrofi o irrorazioni diffuse da terreni vicini) di sostentarsi ottenendo una tutela economica che altrimenti non ci sarebbe.
“Nel nostro mondo purtroppo ognuno pensa a sè stesso, invece grazie agli sforzi di ciascuno di noi, gli agricoltori fanno rete, passando informazioni e creando un sistema di gestione della imprese diverso“.
Dia mi ricorda che Sonnentor riceve infatti ogni due anni, la certificazione “Gemeinwohl ökonomie”, ovvero qualcosa che potrebbe essere tradotta come “Economia per il bene comune” e non per il mero profitto, un sistema nato in Austria e molto diffuso in Germania. Un marchio diffuso che indica come quest’azienda sia capace di
- lavorare bene assieme ai suoi agricoltori;
- in grado di creare rapporti di valore;
- affiancata da un sistema che traccia una filiera del denaro
- un marchio che tiene conto di che genere di packaging viene utilizzato
Ma ancora, “gemeinwohl ökonomie” premia il lavoro a stretto contatto con il territorio e la compensazione delle emissioni di CO2. Un sistema a tutto tondo che premia quindi la buona economia.
Erbe e spezie buone e che fanno bene: i prodotti più amati
<figure>Dia e “Buon Umore” al Sana 2019 • Photo credits Carmela Giambrone</figure>
Parlando dei prodotti di Sonnentor, Dia mi sorprende, io che ho da sempre amato le loro tisane, scopro che il principale entroito arriva dalle spezie, le quali coprono circa i 2/3 della richiesta della clientela, lasciando a 1/3 la produzione di tisane.
Il prodotto che in Italia è certamente più richiesto mi dice essere la curcuma, tanto che molti sono i prodotti ispirati come il CardamomoLatte o la BarbabietolaLatte, delle alternative al classico GoldenMilk utilizzabili naturalmente anche da chi, come me, consuma solo “latte vegetale”. <figure>Photo credits Carmela Giambrone</figure>
Un prodotto che su tutti mi dice essere richiestissimo nel nostro Paese è il famosissima Tisana dell’Avvento: 24 borsine di tisane diverse, che raccontano tante storie e che accompagnano l’arrivo del Natale. Mi racconta che l’azienda, ogni due anni si premura di modificare i disegni e che è amatissimo e collezionato dai grandi e dai piccini. Gli assaggini poi vanno per la maggiore come “Tutto bene” o “Happiness” e onestamente io stessa, spesse volte li ho acquistati per regalarli ad amici o io stessa scelti per provare tutte le varietà di tisane esistenti. E poi come non parlare delle sempre più richieste alternative al sale da cucina come “Addio sale!” e “Holy Veggie” un mix di verdure, spezie ed erbe che permettono di insaporire mille piatti diversi nei bbq e non solo!
photo credits Carmela Giambrone
Ma il viso di Dia quando mi mostra “Buon Umore” si illumina: mi racconta che questa è la prima miscela creata di tisane di Sonnentor e che ancora oggi viene lavorata a mano, impacchettata a mano e che, come prova di questo, ciascuno può trovare nella busta, un fiore di calendula intero. Continua dicendomi infatti che gli agricoltori, possono dopo aver coltivato le erbe, anche impacchettarle, questo sempre in funzione di permettere un sostentamento economico durante il periodo invernale in cui, notoriamente, c’è meno da fare nei campi e quindi possono dedicarsi a questo genere di attività. Un sistema a tuttotondo di attenzione che pensa tanto al cliente finale quanto al produttore. <figure>Photo credits Carmela Giambrone</figure>
Che cosa mi sono portata a casa io? tanta gioia per aver conosciuto un sistema economico che sta alla base di una delle aziende che tutti i giorni scelgo di supportare e di cui amo moltissimi prodotti. Un sistema messo in atto non solo per mero il profitto ma che basa la sua economia su rispetto della Terra e rispetto delle persone.
Che dire, Sonnentor è da sempre sinonimo di bontà e garanzia di qualità per chiunque abbia provato spezie e tisane, ma da oggi ho scoperto anche che il loro modo di fare impresa, nato dalla passione, fa bene anche all’intera filiera e non solo all’utilizzatore finale. Una scelta concreta di fare buona economia, dall’inizio alla fine. Così ecco che la filosofia di Sonnentor sembra proprio quella del mettersi in gioco per fare qualcosa di concreto mediante il lavoro quotidiano lasciando altrove il banale greenwashing.
#NoAdsOnlyTips Articolo non sottoposto ad alcun accordo commerciale: è stato scritto in virtù del desiderio di diffonedere conoscenza in merito al sistema economico di aziende etiche e sostenibili.
…il prossimo racconto dal Sana 2019? prestissimo, continua a seguirmi!
A presto,
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