Canù: la cannuccia made in Italy, gluten free e zero waste

• Photo credits strawwars.org •

Dopo la campagna targata UK Straw Wars, divenuta famosa in tutto il mondo, che chiedeva l’eliminazione nei locali di servire bibite con cannucce in plastica usa e getta, siamo consapevoli che la plastica monouso, quella maggiornamente implicata nell’inquinamento mondiale, non farà più parte della nostra quotidinaità, finalmente!

A partire dal 2021 infatti, la plastica monouso uscirà dalle nostra vite ma purtroppo, come sappiamo bene, non dalla nostra Terra, per quello forse non basteranno decine e decine di anni.

L’impatto della plastica sul Pianeta

La plastica ha di fatto un enorme impatto sulla vita acquatica, sull’uomo e sull’intero Pianeta, dai più grandi detriti alle microplastiche. Queste infatti, sono particelle di grandezza inferiore al millimetro e sono forse le parti più pericolose per l’ambiente.

Le microplastiche infatti possono essere originate in diversi modi:

  • provenire da detergenti o scrub (messi al bando in Europa!)
  • prodotte a seguito della disgregazione di grossi materiali plastici
  • derivare dai più classici materiali tessuti sintetici.

Numerosi studi hanno messo in luce poi, come le microplastiche siano ormai onnipresenti sull’intero Pianeta: dalla fossa delle Marianne all’Everest fino a, notizia di questi giorni, alla placenta umana (studio dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma e dal Politecnico delle Marche.

Tutta la plastica che non viene riciclata di fatto prima o poi, finisce in mare e negli oceani, entrando a far parte delle ormai note isole di plastica che si creano in alcune aree del Pianeta grazie alle correnti oceaniche ma anche nel nostro Mar Ligure, dove dei ricercatori, solo pochi anni fa, hanno potuto valutare l’ingestione di plastica da parte degli squali azzurri ed in particolare i risultati, hanno mostrato che oltre il 25% degli squali ha ingerito plastica proveniente da fogli di polietilene usati come materiale di imballaggio.

Non solo: ormai numerosi studi hanno confermato che i rifiuti galleggianti ad un certo punto, precipitano sul fondo proprio in corrispondenza dei contourite drifts ovvero dei veri e propri microplastic hotspots presenti in tutto il mondo.

Di fatto quindi, il vero potere che abbiamo, è smettere di produrre rifiuti plastici, ma sembra davvero essere un’azione impossibile. Ecco perchè può essere utile quindi, iniziare a riflettere alla gestione dei rifiuti e:

  1. iniziare a praticare la filosofia zero waste;
  2. preferire lo sfuso e dire addio alla plastica;
  3. lavare i capi in un sacchetto per ridurre le microplastiche.

Tutti gli Stati dell’Unione Europea infatti dovranno sostituire gli oggetti di uso quotidiano fatti in plastica monouso con materiali più sostenibili al più presto.

Tra piatti, bicchieri e cannucce, proprio queste ultime sembrano il rifiuto peggiore: moltissime quindi le alternative sostenibili nate negli ultimi tempi, dal bambù all’acciaio, dal vetro alla carta. Una, tutta italiana, fatta di mais non ogm da un’azienda marchigiana. Ecco la mia intervista a Raffaello di Canù che ci parla della sua cannuccia gluten free.


La nascita di Canù: cannuccia sostenibile plastic free

Le cannucce marchigiane Canù straws sono prodotte dalla Cooperativa Campo, azienda che di biologico ne mastica da oltre 40 anni.

La cannuccia Canù è commestibile, gluten free, fatta di mais e riso tutto italiano OGM free, si prefigge l’alto valore di sostituire totalmente l’uso delle pessime sorellastre fatte di plastica non riciclabile.

L’idea, come mi racconta Raffello con cui ho scambiato una piacevole chiacchierata, è giunta dopo aver sentito un barman di un locale che alla BBC affermava di aver detto addio alle cannucce di plastica, sostituendole con della pasta, che però non aveva ottima resa a suo dire.

L’azienda, che conta una decina di famiglie, ha così avuto l’idea di utilizzare delle zite in mais bio non OGM, un tipo di pasta lunga e cava, trasformandole in vere e proprie cannucce, realizzate dal pastificio ora divenuto partner della cooperativa stessa.

Le cannucce Canù si trovano in diversi colori, dal giallo all’arancione fino al bordeaux al verde, tutte realizzate grazie a mix di farine a base di legumi.

Photo credits canustraws.it

Dopo lunga progettazione e ascolto delle esigenze dei clienti, è quindi nata Canù, che non solo è una valida alternativa vegetale e gluten free, quindi commestibile ma anche 100% biodegradabile.

Il loro commercio al momento risiede principalmente nell’area degli addetti ai lavori (bar, ristoranti, hotel) e in particolar modo, per circa l’85% dislocato all’estero tra Corea, Emirati Arabi e Australia. Presto però come mi confida Raffello, Canù sarà acquistabile nello store on line dell’azeinda e anche in molte catene di supermercati, permettendo così l’acquisto anche a tutti noi.

Infine, una volta terminata la sua funzione, la cannuccia sostenibile può anche essere trasformata in cibo per animali e ad oggi è anche al vaglio uno studio per la raccolta da parte dell’azienda dopo l’uso.

Insomma, non ci sono davvero più scuse per usare la plastica non credete?

A presto,

Fonti:

  • strawwars.org
  • https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20181116STO19217/microplastiche-origini-effetti-e-soluzioni
  • politicheeuropee.gov.it/it/comunicazione/notizie/ue-stop-plastica-monouso-entro-2021
  • canustraws.it
  • https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0025326X18305009
  • https://science.sciencemag.org/content/368/6495/1140.full
  • https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0160412020322297

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Carmela Kia Giambrone

Giornalista, consulente alla sostenibilità e alla comunicazione digitale

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