La scelta di essere vegan o ecosostenibili si ripercuote sui gesti quotidiani tra cui uno di questi è la spesa.
Che sia per qualche giorno o settimanale è una cosa che tocca tutti così viene da chiedersi se sia vero il fatto che ecologico o ecosostenibile sia sinonimo di caro. La risposta è no.
Certo nel micro sembra sia così ma nella totalità della spesa non lo è per una semplice ragione: la scelta eco-compatibile prevede la riduzione ancor prima della scelta stessa.
Se io da vegan devo pianificare un pranzo la mia scelta si concentrerà su: cereale+legume+verdura+frutta, quella di un carnivoro primo+secondo+contorno+ frutta.
A conti fatti, a parità di qualità, nel 90% dei casi, chi a livello economico risparmierà sarò io, indipendentemente da quel che il carnivoro prenderà.
Mi spiego meglio: nel caso della scelta di un detersivo eco-sostenibile che non è testato sugli animali, che è biodegradabile e quindi rispetta il mare e l’ecosistema è sicuramente più caro di qualsiasi detersivo “tradizionale” ma è pur vero che se io lo acquisterò lo userò con accortezza, non utilizzerò candeggina (che inquina tantissimo!!!) e invece pre-tratterò con sapone di Marsiglia biodegradabile, magari userò la lavatrice a pieno carico (per non sprecare acqua) e a basse temperature (per ridurre il consumo di energia) perché essere eco-sostenibili non riguarda solo la scelta in sé del detersivo, ma anche tutto il contorno. Alla fine quindi chi davvero avrà risparmiato all’atto del semplice conto economico sarò io o la signora felice d’aver acquistato il fantastico detersivo profumatissimo che inquina mari monti e laghi ma che però regala al suo bucato un profumo sintetico di brezza artica?
Non dimentichiamoci che ci sono anche i “costi ambientali” e non solo quelli economici in senso stretto ed immediato!
Le cose vanno sempre viste nel loro complesso e mai sezionate in modo da non avere consapevolezza del discorso nella totalità. Inoltre, le aziende che producono prodotti eco-sostenibili, molto spesso tendono ad avere anche una filiera eco-sostenibile, questo aumenta i costi e questo, è ovvio, si ripercuote sul prezzo finale.
E ancora, per quanto il mercato ecologico si sia ampliato soprattutto negli ultimi tempi, bisogna ricordarsi che è ancora limitato e perciò è chiaro che i prezzi siano un pochino più alti.
Se infine andiamo a vedere anche l’INCI del prodotto, ossia gli ingredienti che lo compongono, ci risulta chiaro il perché un detersivo piatti con olio essenziale al limone costi di più di un detersivo piatti con profumo al limone, per fare il più classico degli esempi.
È pur vero che alcuni nomi della grande distribuzione forniscono prodotti ottimi sia dal punto di vista della sostenibilità che dal punto di vista qualità-prezzo. O ancora, per quel che riguarda il biologico, perché non dimentichiamoci che “siamo quel che mangiamo”, la scelta di nutrirsi e utilizzare prodotti biologici inevitabilmente si ripercuote sulle nostre tasche ancor prima che sul nostro organismo. Questo non significa che chi sceglie il bio è un “credulone” come qualcuno sostiene, bensì basta che sia accorto nella scelta sia in ambito di prodotti che di marchi, anche qui l’una non vale l’altra: un marchio che produce un certo bene con materia prima estera, magari extra UE, sarà diverso da un marchio che produce con materia prima derivante dal territorio italiano, il primo magari costerà meno ma oltre alla provenienza in termini di sicurezza (altro paese altre regole) tale bene avrà viaggiato parecchio, quindi addio impatto zero, addio ecologia, addio sostenibilità.
Ma ancora: chi sceglie il biologico in genere è anche ben attento alla tracciabilità e alla ricchezza del territorio, biologico và di pari passo con ecologico ed ecosostenibile e la sostenibilità deriva anche dalla scelta locale innanzitutto e stagionale.
Che senso ha mangiare delle fragole biologiche se siamo a dicembre e se arrivano dal Brasile?
Quindi sì, per fare una spesa sostenibile bisogna fare attenzione a molte cose, soprattutto all’inizio ma poi proprio come tutte le cose, ci si prende l’abitudine.
Una buona guida soprattutto all’inizio può essere “Guida al consumo critico” (e può anche essere utile dare un’occhiata a Bilanci di giustizia).
Infine qualche consiglio per chi vegan e “consumatore critico” alle prime armi si ritrova a fare la spesa:
- ricordarsi che nell’ alimentazione vegan i fondamentali sono: legumi e semi oleosi (oltre che ovviamente frutta e verdura fresca) quindi se optate per legumi secchi risparmierete parecchio e se i semi li prendete sfusi potrete variare molto più agevolmente sia con le dosi che sulla varietà!
- fate sempre una lista: senza lista vi dimenticherete sempre qualcosa e vi ritroverete ad acquistare prodotti inutili!
- non andate a fare la spesa se avete fame: sembra stupido ma a prova fatta, se avete fame riuscerete a riempire il carrello di immonde schifezze!
- preferite l’home made al take away: iniziate ad autoprodurre, è facile e divertente e poi è davvero soddisfacente; alcuni esempi? il latte vegetale, il tofu, i crauti, il seitan, lo yugurt.
- iniziate a sperimentare anche nel campo “beauty”: deodorante, dentifricio, sapone, burrocacao, gel per capelli, colore per capelli sono solo alcuni dei prodotti che potete realizzare in casa con poca spesa e molta soddisfazione!
- ripensate alle scelte sul lungo termine: provate la coppetta mestruale al posto di assorbenti e tampax (…basta fare il conto…mediamente il ciclo di una donna inizia a 13 anni -chi prima chi dopo- e termina a 50 anni, anno più anno meno….facciamo che consumiamo 1 pacco e mezzo di assorbenti al mese -sempre il tutto molto arrotondato- beh fanno 1pacco e mezzo X 37 anni che sarebbero poi 444 mesi e cioè 1 pacco e mezzo X 444mesi CIOE’ 666 PACCHI DI ASSORBENTI…se poi fate come facevo io e acquistate gli assorbenti non di marca per es.coop spendete più o meno 3 euro al pacchetto…beh 3euro X 666pacchi …arrivate ad avere 1998 euro…cioè circa 2000 euro di soldi spesi per assorbenti usa e getta…!!!!…ma vi rendete conto!… e questo è un motivo in più per scegliere le coppette mestruali…no?)!
- sperimentate anche per ciò che riguarda i detergenti per la casa, un esempio? il detersivo per i piatti.
- non comprate schifezze dicendo che tanto non le mangerete: quando ci sono le si mangia c’è poco da fare: la soluzione è compare delle finte-schifezze (un esempio? no patatine sì mais per pop corn o semi di girasole…) risparmierete e la salute vi ringrazierà!
- ricordate che (finalmente!!!) dal 1 gennaio 2011 le borse di plastica sono PROIBITE, portatevi dietro borse in stoffa ecologiche.
buone spese, critiche naturalmente!
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sono cose che cerco di fare, non da moltissimo tempo a dire il vero ma meglio iniziare prima o poi no?
l’unica cosa che non posso proprio usare è la mooncup, non ce la faccio, non uso nemmeno i tampax, ho trovato dei tamponi in cotone bio non trattato e non sbiancato però 😉
sul resto….sto iniziando ad autoprodurre un sacco di cose, stiamo sistemando il giardino e tra poco faremo le prime prove di coltivazione :))
ciao Kia, un bacione 🙂
B.
^__^ bravissima!piano piano sono sicura che il tuo balcone fiorirà e germoglierà a gogo!un abbraccio!^__^
^__^ bravissima!piano piano sono sicura che il tuo balcone fiorirà e germoglierà a gogo!un abbraccio!^__^
Brava brava brava, hai concentrato tutto l’essenziale in un unico post 🙂 Alimentazione bio e vegan, autoproduzione, attenzione al consumo..! Mi rendo conto che sono sempre di più le persone attente a tutte queste cose e mi rende felice..non mi sento più una misera goccia, e nasce in me la speranza che qualcosa si possa ancora fare per la nostra Terra.