photo credit Carmela Kia Giambrone
leggi anche…Il biologico in edilizia: orientarsi tra materiali e prezzi nella bioedilizia (p.1)
La domanda non può che sorgere spontanea ed alle volte non è poi così semplice orientarsi e comprendere a pieno le differenze. In questa seconda parte del mini reportage dedicato alla bioedilizia approfondiremo con semplicità, le varie tipologie di architettura verde per meglio comprendere a cosa ciascuna si riferisce in particolare.
Edilizia sostenibile e architettura spontanea
Per tecnologie edilizie sostenibili (secondo Treccani), ossia edilizia sostenibile, si intendono le attenzioni all’ambiente per mezzo di tecnologie ad hoc quali ad esempio l’architettura spontanea, l’innovazione tecnologica per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, l’uso di materiali naturali, ecologici e a basso impatto ambientale nella costruzione, la reperibilità, l’uso di risorse rinnovabili e processi di produzione non inquinanti.
Trulli esempio di architettura spontanea – photo credits blog.casanoi.it
I cambiamenti climatici e le politiche energetiche hanno di fatto reso sempre più importante la necessità, anche nell’edilizia, di agire con maggiore attenzione ambientale, consumando in maniera più consapevole il suolo e riducendo il consumo di energia. Quando si parla di architettura spontanea quindi si parla di quel tipo di architettura sostenibile tradizionale, tipica delle campagne e delle zone di montagna, che veniva messa in opera rifacendosi a quel sapere strettamente legato ai materiali locali e naturali, un’archiettettura povera ma allo stesso tempo ricca di sapienza costruttiva.
Alcuni esempi di architettura spontanea nel mondo sono i trulli salentini o le costruzioni in terra cruda del Mali: nella corretta costruzione di questi edifici infatti si gioca(va) la sopravvivenza di chi li commissiona(va) ed ecco la chiave dell’enorme attenzione a fattori legati all’orientamento, all’uso di materiali naturali e locali.
A fronte di questo allora possiamo dire che la bioedilizia e l’edilzia sostenibile benchè guardino verso la medesima direzione non possono essere considerati sinonimi.
Case in terra cruda Mali esempio di architettura spontanea – photo credits exibart.com
L’architettura bioclimatica
Un altro termine spesso utilizzato in ambito di edilizia verde è “architettura bioclimatica”.
L’architettura bioclimatica, come ci spiega Wikipedia, “usa gli elementi naturali del sito (il sole, il vento, l’acqua, il terreno e la vegetazione) per realizzare edifici termicamente efficienti in grado di soddisfare i requisiti di comfort termico, indipendentemente dall’uso di impianti di climatizzazione.”
esempio di casa bioclimatica – photo credits ideegreen.it
In questo caso quindi ciò a cui si pone maggiore attenzione è l’aspetto energetico ed il comfort termico, entrambi slegati da impianti di climatizzazione artificiale. Una buona parte della CO2 immessa nell’atmosfera infatti non dimentichiamo che proviene dagli impianti di climatizzazione e riscaldamento delle abitazioni ed è ormai noto che il comfort ed il benessere abitativo ottenuto mediante climatizzazione artificiale non è totalmente salubre come invece si pensava sino a qualche tempo fa.
Lo scopo dell’architettura bioclimatica quindi come abbiamo visto è il controllo del microclima, minimizzando l’uso di impianti e massimizzando l’efficienza degli scambi termici tra edificio ed ambiente. Naturalmente le esigenze termiche variano al variare di stagione e latitudine e di conseguenza le strategie progettuali devono essere dinamiche e flessibili. Questo genere di strategie si fondano spesso sui principi della casa “passiva” ossia in grado di modulare autonomamente lo stato termico ambientale interno.
Ma, come ricordano i relatori di “Miti e riti della bioedilizia” il Dott. Gandiglio e Luciano Riberi, una casa passiva non va di pari passo necessariamente con la salubrità: un ottimo isolamento in una casa ricca di materiali di sintesi e che mostra un’alta percentuale di formaldeide e composti volatili nocivi per la salute, rischia di trasformate l’abitazione in una vera e propria camera a gas.
esempio di casa bioclimatica – photo credits blog.habitissimo.it
L’architettura bioclimatica definisce quindi dei fattori utilizzati per adattare l’edificio alle diverse condizioni climatiche:
- le caratteristiche geometriche
- le caratteristiche strutturali
- la localizzazione
- l’orientamento
Come è evidente quindi non è detto che una casa costruita seguendo la bioclimatica sia realizzata anche seguendo i criteri di bioedilizia. Un termine quindi, anche in questo caso, non equivale all’altro.
L’architettura bioecologica (o bio architettura o eco architettura)
L’Anab, associazione nazionale archietettura bioecologica, parlando di architettura bioecologica la definisce come “architettura fatta per la protezione della vita, attenta e rispettosa alla qualità della salute di abitanti, in grado di creare edifici ed abitati che siano dei veri e propri organismi viventi ed impegnata a realizzare un armonico equilibrio con i luoghi nei quali i manufatti si inseriscono e necessariamente trasformano”.
Parlando quindi di architettura bioecologica non possiamo non notare la similitudine tra organico ed ecologico presente anche nella bioedilizia ma che in quest’ultima risulta essere maggiormente ricca e particolareggiata.
Wright e l’architettura organica
Casa della Cascata di Wright – photo credits movemagazine.itanche
Spesso possiamo sentire il termine architettura organica e spesso possiamo fraintenderne il significato. Ebbene, per architettura organica, secondo Oxford reference, si intende quando un ambiente ed un edificio sono una cosa sola.
Per Frank Lloyd Wright architetto statunitense considerato uno dei massimi esponenti di architettura contemporanea “piantare gli alberi nel terreno che circonda l’edificio, quanto arredare l’edificio stesso, acquista un’importanza nuova perchè divengono elementi in armonia con lo spazio esterno con il quale si vive. Il luogo, la costruzione, l’arredamento e anche la decorazione, anche gli alberi, tutto diviene una cosa sola nell’architettura organica, tutti gli aspetti dell’abitare devono confluire in una sintesi con l’ambiente esterno“.
La Casa della Cascata di Wright, massima espressione di architettura organica, mostra completa integrazione nell’ambiente, dialogando perfettamente con la natura circostante e questo è fuori dubbio. Ma se poniamo attenzione ai materiali con cui questa casa è stata costruita, negli anni ’30 del secolo scorso, l’elemento bioedilizia decade istantaneamente. Allora infatti fu posta maggiore attenzione all’illuminazione naturale ed al comfort abitativo. Di fatto quindi l’architettura organica non può essere considerata bioedilizia visto che non tiene in considerazione gli aspetti di salubrità legata ai materiali con cui vengono costruiti i suoi edifici e a cascata, della vita di chi abita in essi.
un esempio di Green building: il bosco verticale di Boeri
Photo credits Carmela Kia Giambrone- Bosco Verticale progettato da Boeri Studio situato a Milano zona Isola
Il Cambridge Dictonary definisce “Green building” quell’attività di costruire edifici in modo da proteggere l’ambiente naturale, ad esempio utilizzando l’energia verde” mentre il World Green-Building Council (genitore del Gbcitalia che cura le certificazioni LEED® , il sistema di certificazione degli edifici che nasce su base volontaria e che viene applicato in oltre 150 Paesi nel mondo) definisce in maniera più strutturata la stessa definizione: “Un ‘edificio verde‘ è un edificio che, nella sua progettazione, costruzione o funzionamento, riduce o elimina gli impatti negativi e può creare impatti positivi sul clima e sull’ambiente naturale. Gli edifici verdi preservano preziose risorse naturali e migliorano la qualità della vita…certo numero di caratteristiche che possono rendere un edificio “verde”:
- Uso efficiente di energia, acqua e altre risorse
- Uso di energia rinnovabile, come l’energia solare
- Misure di riduzione dell’inquinamento e dei rifiuti e abilitazione del riutilizzo e del riciclaggio
- Buona qualità dell’aria ambientale interna
- Uso di materiali non tossici, etici e sostenibili
- Considerazione dell’ambiente nella progettazione, costruzione e gestione
- Considerazione della qualità della vita degli occupanti nella progettazione, costruzione e gestione
- Un design che consente l’adattamento a un ambiente che cambia…”
esempio di casa in legno – photo credits casakampa.it
Di fatto quindi a primo acchito, sembrerebbe che la definizione di Green building sia in grado di sostituire bioedilizia, eppure così non è. Se green building tiene in enorme considerazione l’efficienza energetica e la riduzione dell’inquinamento, citando la qualità degli ambienti abitativi ad esempio, non indica però che genere di materiali scegliere per raggiungere questa qualità, rimandendo di fatto vaga sulla scelta e sulla definizione concreta dei materiali costruttivi e le tecniche da preferire.
Per la stessa ragione quindi pare ovvio che anche le case in legno non possono essere considerate bioedilizia in senso stretto in maniera scontata.
continua a leggere… bioedilizia: normative, certificazioni, materiali e aziende (p.3)consumo consapevole
Leggi tutti gli articoli su Patreon, become a Patron!
Rimani sempre aggiornato!
Per rimanere aggiornato su tutte le news su slow living, sostenibilità e scelta vegan, iscriviti alla newsletter di equoecoevegan.it! Inserisci l’indirizzo e-mail qui sotto e clicca su “Iscriviti”!
Riceverai comodamente nella tua e-mail le notizie di Equo, eco e vegan appena pubblicate! Ricorda il servizio è gratis e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento tu lo desideri. A presto su Equo, eco e vegan!