Photo credits Carmela Kia Giambrone
Il kintsugi è una tecnica nipponica molto antica (proprio come l’arte del Furoshiki) che permette di riparare oggetti, come le tradizionali tazze tenmoku, mediante l’uso di lacca urushi, la lacca giapponese più pregiata di tutto l’oriente che si ricava dalla linfa della Rhus verniciflua. Questa lacca è utilizzata, per le sua qualità adesive molto resistenti e permette così di riparae le fratture degli oggetti che poi vengono rese evidenti tramite l’uso di pura polvere d’oro.
La filosofia del Kintsugi: kit, significato e materiali
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Il senso quindi della metafora del kintsugi è riparare ciò che ha subito una rottura piuttosto che gettarlo. In epoca di necessaria virtù di riciclo e riuso, rivedendo l’uso dei materiali e la lunghezza di vita degli oggetti che possediamo, il kintsugi si presta perfettamente in quella economia circolare tanto casa a noi tutti oggigiorno. Insomma, proprio come nei percorsi naturali della vita di ciascuno di noi, l’arte del kintsugi permette di evidenziare la sua nuova bellezza, rendendo così il cosiddetto difetto un vero e proprio punto di forza piuttosto che mortificarlo.
Il Kintsugi di fatto potrebbe essere inteso come metafora per la nostra vita quotidiana: imparare a riparare le fratture quotidiane.
Se nella nostra cultura le fratture infatti di solito sono considerate negative, per la tradizione nipponica invece le esperienze non hanno una connotazione bensì ogni storia, anche la peggiore, se trattata nel modo corretto può creare bellezza. Potrebbe insomma rammentarci il significato della resilienza, parafrasando Nietzsche “ciò che non mi uccide mi fortifica”.
La tecnica del Kintsugi ed i materiali necessari
La tecnica Kintsugi è complessa, richiede di fatto grande manualità, precisione e pazienza.
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I materiali tradizionalmente utilizzati sono:
- la lacca urushi
- la farina di riso
- e la polvere d’oro o d’argento
L’essiccazione può durare sino ad una settimana in un ambiente caldo e non troppo secco. La polvere d’oro viene cosparsa al di sopra della lacca ancora fresca.
Kintsugi: metodo semplice adatto a tutti
Ciò che potremo realizzare, sperimentando la tecnica senza eccessivo spreco di denaro e materiali, sarà un’applicazione mediante l’utilizzo di strumenti molto meno pregiati e più pratici.
In commercio infatti vi sono pitture o pennarelli per ceramica che se scelti del colore adatto, permettono di ottenere meravigliose porcellane kintsugi. L’unica raccomandazione è quella di assicursi che possano venire poi a contatto con il cibo una volta asciutte. Lo stesso vale per colle universali.
Ecco quindi come applicare una tecnica millenaria per rendere l’autoanalisi divertente e sopratutto regalare benefici mentali e perchè no meravigliosi oggetti artistici a noi stessi. E voi l’avete mai sperimentata? la conoscevate? raccontatemelo nei commenti!
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