La fuoriuscita di petrolio dopo l’incidente della piattaforma petrolifera della British Petroleum (BP) nel Golfo del Messico sta diventato una delle catastrofi più grandi e distruttive mai verificatesi. Si tratta di un’emergenza primaria e di un assalto massiccio su un importante ecosistema marino. Mentre la BP può ritenersi moralmente e legalmente responsabile per aver causato il disastro, è senza dubbio senza senso lasciare il soccorso di tutta la fauna marina presente nel Golfo ad un ente privato. Dobbiamo collaborare tutti insieme e farlo velocemente.
Sea Shepherd Conservation Society sta contattando tutte le organizzazioni in grado di unirsi per mandare imbarcazioni con equipaggi addestrati a sostenere sforzi su larga scala nel Golfo del Messico per prestare soccorso a tartarughe, volatili e ad altre specie marine imprigionate nel petrolio.
Se vuoi saperne di più vai sul BLOG ITALIANO di Sea Shepherd, oppure sul sito Italiano di Sea Shepherd , oppure sul sito principale dell’organizzazione dove ci sono le news, le notizie dei “dietro le quinte”, lo shop per i materiali di Sea Shepherd, e cosa più importante, la pagina per le donazioni.
Sea Shepherd non riceve sovvenzioni da nessuno stato, ma riesce ad armare le sue navi e tenerle in giro per il mondo svariati mesi all’anno grazie a due pilastri essenziali: i volontari e le donazioni.
E’ compito di chi crede che questa non sia una lotta ai mulini a vento, ma una crociata per la difesa dell’ecosistema del pianeta non far mancare all’organizzazione nessuna delle due cose.
Esiste anche una mailing list Italiana dedicata ai volontari e agli entusiasti di Sea Shepherd.
Il primo maggio 2010, la Steve Irwin, nave ammiraglia della Sea Shepherd, partirà da New York City e si dirigerà verso il Mediterraneo, dove avrà inizio la campagna 2010 per la difesa del tonno rosso: operazione Blue Rage. La campagna punta a fermare una varietà di attività criminali che stanno portando il tonno rosso all’estinzione.
I tonni rossi sono attualmente sottoposti a bracconaggio e ad un estremo sovra sfruttamento, la popolazione è calata di almeno un 85% da quando l’era dell’industria della pesca è iniziata. Le quote di pesca del tonno sono fissate ad un livello altissimo di 13500 tonnellate dalla International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas ( ICCAT ).
Ma nella realtà oltre 60000 tonnellate vengono prelevate ogni anno. Come se non bastasse, scandalosamente, la CITES ha recentemente fallito nell’includere il tonno rosso tra le specie protette. La decisione è stata presa dopo che Giappone, Canada e una varietà di nazioni economicamente deboli si sono opposte al provvedimento.
In risposta, come ultima difesa del tonno rosso, Sea Shepherd si attiverà per applicare e rinforzare le leggi di conservazione opponendosi al bracconaggio che sta al momento minacciando la specie.
Qui da noi, domenica scorsa di questa situaizone ormai al collasso se n’è occupata anche Report. Se volete tra le fonti trovate il link per poter vedere, se non l’avete visto, il video integrale di ‘L’ultima mattanza’.
Fonti:
- seashepherd.it
- seashepherd.org
- rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-46f8bb1c-c69d-4cf2-9503-c3999d9b34f4.html
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